La finale del torneo di Wimbledon è sempre un appuntamento emozionante: quella 2018 lo è stata principalmente per il ritorno al successo di Novak Djokovic dopo un lungo periodo di difficoltà, che lo aveva fatto precipitare nel ranking. Sull’erba inglese il serbo si è imposto in tre set sul sudafricano Kevin Anderson, già grande protagonista di una semifinale super-combattuta contro John Isner. Ma ripercorriamo insieme gli la finale 2018.
Finale 2018 di Wimbledon: il profilo dei due finalisti
Sia il cammino di Djokovic sia quello di Anderson verso la finale di Wimbledon 2018 erano stati (e non avrebbe potuto essere altrimenti) irti di ostacoli. Nole – che partiva dalla casella n. 12 del tabellone – si era sbarazzato di Nishikori ai quarti e aveva poi battuto in semifinale Nadal, seconda testa di serie del torneo, in 5 set, tornando quindi a giocarsi una finale dello Slam a quasi due anni dall’ultima disputata. Anderson – al numero 8 nel tabellone principale – aveva sconfitto nei quarti il “padrone di casa” Roger Federer, campione in carica e, dopo una maratona chiusa al quinto set 26-24 (la più lunga semifinale nella storia di Wimbledon), lo statunitense John Isner, testa di serie n. 9. Per il sudafricano si trattava della seconda finale Slam, la prima sull’erba.
Wimbledon 2018: il resoconto della finale
Su entrambi i finalisti pesano le fatiche degli interminabili match precedenti, ma è Anderson a soffrire maggiormente. Il risultato di 6-2, 6-2, 7-6 rivela comunque l’andamento di un match di certo condotto da Djokovic ma in cui il sudafricano ha provato a dare tutto prima di alzare bandiera bianca. Il buon controllo degli scambi iniziali permette a Djokovic di prendere rapidamente il comando delle operazioni: Nole ruba il servizio all’avversario e conduce il primo set senza particolari intoppi chiudendo sul 6-2.
Sulla falsariga del primo anche il secondo set: Anderson, visibilmente in difficoltà a livello fisico, non riesce a rispondere al gioco del serbo e finisce col cedere due break impossibili da recuperare, dando quindi la possibilità all’avversario di chiudere nuovamente sul 6-2.
A sorpresa è il terzo set a rivelarsi il più combattuto: anche Djokovic è costretto a rifiatare e Anderson ritrova la sua implacabile prima di servizio che porta la partita fino al tie-break. Il campione serbo trova i punti necessari per chiudere l’incontro: 7-3 il responso conclusivo del tredicesimo game ed esultanza commossa per Nole.
Montepremi della finale di Wimbledon 2018
Il ritorno alla vittoria di Djokovic coincide con la sua quarta affermazione a Wimbledon; un risultato che, oltre al prestigio del torneo in sé, vale molto anche nel computo dei successi totali nelle competizioni del Grande Slam. Per il serbo infatti si tratta della tredicesima vittoria, appena una in meno di quelle ottenute da un autentico fenomeno della racchetta quale è stato Pete Sampras. Per Kevin Anderson la soddisfazione di aver raggiunto la seconda finale in uno Slam (dopo quella degli US Open 2017, persa contro Nadal), a testimonianza di una maturazione nel gioco e nella capacità di mantenersi costantemente ad alti livelli.
E cosa ha portato in dote la finale 2018 di Wimbledon a Nole e al gigante di Johannesburg? Innanzitutto un ricco montepremi: 2,25 milioni di sterline (e la soddisfazione di poter alzare al cielo il Gentlemen’s singles Trophy) per il vincitore, circa la metà per lo sconfitto. Vanno inoltre considerati i punti validi per il ranking ATP: i 2000 incassati da Djokovic lo riportano, a chiusura del torneo, nella top 10 del tennis maschile; con i 1200 che spettano al finalista sconfitto anche Anderson guadagna posizioni importanti, toccando per la prima volta in carriera il quinto posto assoluto in graduatoria.